Edvard Munch, Skrik (L'urlo) 1893 |
E si chiesa, ma non si chiede.
Nel vuoto incolmabile che c'e' in ognuno di Noi, prostrarsi ad un credo, una fede, un credere nel credere, una credenza o dei biscotti senza il barattolo, sembra essere l'unica arma di difesa. Oggi, ma da sempre.
Ma in quel vuoto incolmabile, in quel frastuono di voci e di luci, di sibillini cori che chiedono liberta', in quel vuoto incolmabile, che ci metti?
Quel vuoto e' un ombra, un'ombra che possiede la sua luce, un ombra piena di verita' che viene da lontano, un'ombra satura come una diapositiva, piena di colori, di pixel, di immagini tirate a lucido.
"Lucida e' l'immagine che l'ombra riflette, nel momento in cui ti esponi alla luce e chiedi giustizia e perdono".
Se ci riesci.
Colmare quel vuoto incolmabile significa riuscire a chiedere perdono e a chiedersi perdono, scardinando con la forza e con il sangue la paura del passato, del presente e del futuro.
Se ci riesci.
Riuscirci nasce dal volere, dal volerci, dal desiderarci, dall'ascoltarci.
La paura e' il nemico che ti fotte alle spalle, o anche di fronte.
La paura sembra volerti dire di andare dentro quell'ombra.
Se ci riesci.
Oltre la paura c'e' la gioia.
La gioia di aver trovato dentro quell'ombra te stesso, aver capito, averci provato, o almeno esserci andato a fare un giro.
Se ci riesci.
Potrebbe non piacerti.
Potresti trovarci dentro una sgradita sorpresa, ma sarai entrato nella tua ombra, e di per conto non puoi che lamentarti di te stesso ma al tempo stesso puoi solo rallegrarti di averci fatto un giro.
Se ci riesci.
Riempire il vuoto incolmabile con un altro vuoto equivale a chiudere per sempre il confronto con la tua paura.
Se ci riesci.
Quel vuoto e' un urlo, una lamina d'acciaio perforante, uno sgradito nemico, una biomassa putrida, una squallida puttana di periferia, che pero' in quanto tale puo' servire alla momentanea gioia di qualcuno.
Di te.
Se ci riesci.
Ascoltati e ascoltaci, o Signore, dei cieli e delle ombre, incolmabili dentro ognuno di Noi.
La gente vanno in chiesa.
Ma non si chiedono. Si chiesano e si chiudono.
Chiedi a te stesso di entrare in quell'ombra.
Se ci riesci.
Non puoi piu' farne a meno.
Non c'e' piu' tempo.
L'urlo ti verra' a chiamare di nuovo, e non potrai fare a meno di non rispondere.
Se non ci riuscirai tu prima.
In chiesa.
nelloromano
25april2014
N.d.A. La chiesa in quanto tale, luogo di culto e di preghiera, di aggregazione e di riflessione, viene qui usata dall'autore solo come metafora. La chiesa e' un luogo dove quell'ombra del nostro incolmabile vuoto puo' essere visitata, e la chiesa stessa nelle sue funzioni piu' altamente spirituali ne puo' curare i sintomi di malessere.
L'autore chiarisce cosi' la propria posizione di neutralita' nei confronti della Chiesa e di coloro che ne trasmettono il messaggio, apprezzando l'impegno e la costanza con il massimo del rispetto che si deve a costoro, rappresentanti della parola di Dio in terra.
NelloRomano, l'autore.
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