Non ce la faccio di questi tempi a scrivere poesie, fa troppo caldo.
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Cos'è il caldo
se non che quella costrizione
termoatmosferica
che ci porta a bere oltre la notte
quando il suono delle cicale si spegne
un on-off della condizione animale
umana
e al ruscello dei sospiri
beviamo dal calice dell'immaginazione
con le mani a guscio
forma geometrica
all'uso di tradizioni infantili
giochi a pareti da controbbatterci
solo il rumore del tempo
e la palla che rimbalza
e tutto torna
indietro
come la luce dell'alba
insieme alle cicale, un po' dopo.
Chi vincera'?
Il caldo, il Leone,
le tenebre o la luce della vita.
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Intanto vado al bar,
prenderò un'orzata fresca
sperando di riincontrare
quei bambini, quei muri
e la palla
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Perché a scrivere non ce la faccio.
Fa troppo caldo.
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Ombrelloni della Cinzano.
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#dissentbyart