martedì 26 gennaio 2010

Zero Assoluto.

Irrequieto, nella mia compostezza.
Ma fermo ma immobile, cospicuo proficuo di lento andirivieni di batterie allo zinco.
Andavo fermo, composto, alla ricerca dell'essre umile e al contempo magnanimo e audace.
Mi giravo verso l'orizzonte orientalizzando la visione della signora con il cappotto lungo e lo scialle di lana coperta fin sopra i capelli gia bianchi e neri e con lo sguardo di luna e messia di verita' e gialle fotografie del futuro.
Composto alla lettera, alla lettura di brani di letteratura e lettere d'amore mi ritrovavo solo, allorche' al canto del cane nero rivedevo le luci dell'alba.
Nascosto dagli odori acri e dai profumi promiscui di te' all'arancia caramellata ecco il turbante sciallato ingiallito e smozzicato...
..quando mi sembro' tutto un complotto mi rischiarai la gola con dell'essenza allo zenzero e croste di marzapane, zuccheri miscelati e colorati.
Fermo, irrequieto nella mia compostezza, fermai il pensiero su un punto, un solo punto.
Quel solo punto che per lungo tempo fu punto fermo ma che ora diveniva piano un punto disperso nell'oceanica aria da respiro.
Quel solo punto che unito a tutti gli altri punti della cordigliera forma gia la linea di marcamento a uomo dell'essenza dell'irrequietezza composta, composita e assemblata.
Come in un cartone da trasferimento e carichi su algebrici pullman, di colori accesi e autisti in fiamme, e passeggeri di fortuna e asiatici in fuga, mi chiudo le mie braccia gia conserte e inferte da spine, dolore assume magicamente forma forza/fortuna/astuzia.
Composto nella mia irrequietezza composita mi sposto di lato, lascio cadere le foglie, via lava l'acqua del fiume la sentenza di dolore, mi giro verso quell'orizzonte da signora in scialle, e la speranza di luce riprende il suo introverso circospetto cammino di Luxor gia Tebe.
Con le composite risposte del momentaneo subterraneo sentimento, apro il cuore all'orizzonte.
Sono irrequieto nella mia totale compostezza molecolare.
Sono allo Zero Assoluto del mondo della fisica.

8.11.09
nelloromano

mercoledì 20 gennaio 2010

Errare errando, erravo errante.

Su.
Dai viali di ciclamini alle sponde sabbiose e dorate fin giu i sentieri di sterpaglie.
Erravo tra i fogli di cartone dismesso dagli spazi delle retrocucine cercando avanzi di spugne usate da riciclare per le mie erranti geometriche evoluzioni musicali notturne.
Ma c'era anche chi errava con lo sguardo solamente, volgendolo ad oggetti lontani per avere la sensazione di missive mai recapitate e solo tornate indietro.
E poi erravo senza meta in fine.
Era una sensazione di sfida a colpi di passi e pause, come un respiro che erra nelle narici per dare nascito alla piu' sincera e indispensabile emozione: la vita.
In una errabonda scampagnata con il bagaglio a mano, al seguito delle grandi trasmigrazioni erratiche, in attesa del ciack climatico, per posar su qualche prato e lago prosciugato, erravo ancora minuettando frasi nomadi e vagabonde, frutto di una erranza arrogante, che non ammetteva altrui discordanti notifiche alcuna, errando ancora una volta e gettando solide palizzate cementizie che mi avrebbero permesso piu' avanti, di continuare la mia errata suddetta erranza errabonda, avvalendomi cosi' del diritto di poter errare ancora senza avere il timore di errare.
Errando magnificamente et magicamente.
Il Pugile.

16.01.10
nelloromano

martedì 12 gennaio 2010

Joseph Conrad. La linea d'ombra. a.d.1917.

Soltanto i giovani hanno simili momenti. Non intendo i giovanissimi. No. I giovanissimi, a rigore, di momenti non ne hanno. E' privilegio della prima gioventu' vivere in anticipo i propri giorni in tutta la bella continuita' di speranze che non conosce ne pause ne introspezione.
(...)
Questo e' il periodo della vita in cui detti momenti e' probabile che si verifichino. Quali momenti? Diamine, i momenti di tedio, di stanchezza, d'insoddisfazione. Momenti avventati. Intendo momenti in cui l'ancor giovane e' propenso a commettere azioni avventate, del genere sposarsi all'improvviso o piantare un impiego senza ragione.
(...)

La conta e la disgiunta.

A contare i malcapitati stupida nell'orgoglio vuota di amore buia nei sentimenti.  E triste alla paletta della fermata del bus senza pen...